Vi consiglio un libro: La prima volta che sono nata

Speciale Festa della mamma

Scritto da Vincent Cuvellier e illustrato da Charles Dutertre, tradotto da Paola Balzarro per la casa editrice Sinnos.

Si parla di un viaggio, il viaggio più emozionante che ci sia: quello della vita. La vita è raccontata attraverso l’emozione delle prime volte, quei momenti di trascurabile felicità, che ci rendono ciò che siamo, perché ci fanno crescere, imparare, gioire ma anche soffrire. La protagonista è una bimba spiritosa, coraggiosa, dolce, combattiva, che compie il suo percorso di crescita col sostegno di due genitori amorevoli, accudenti, teneri (anche la figura paterna è ritratta in maniera dolcissima) che sanno instillare nella bimba prima, e nell’adolescente poi, la sicurezza di sé, l’amore per la natura, per la musica, per l’arte, il senso dell’amicizia, della cura di sé e degli altri. Abbiamo scelto questo albo per la festa della mamma, per la capacità di raccontare lo speciale legame della mamma con la sua bambina, ma ciascuno di noi può trovare una parte di sé in questo racconto, un ricordo, una prima volta, e commuoversi, e sorridere ed emozionarsi! Buon ascolto!

Vi consiglio un libro: il Signor Paltò di Sieb Posthuma

“C’era una volta un omino che aveva sempre freddo. In autunno, in inverno, in primavera e addirittura in estate, quando fuori splendeva il sole.”

Comincia così la storia de “Il Signor Paltò”.

L’omino non lasciava mai la propria casa, perché solo lì trovava conforto a quel terribile freddo che sentiva…o almeno ci provava: tre stufe accese, tazze di tè bollente, maglioni, berretto, cappotto, muffole e calzettoni ma niente, continuava a battere i denti. Eppure lì dentro il caldo era soffocante e così nessuno mai andava a trovarlo.

Stanco di avere sempre freddo, e di essere sempre solo, un giorno l’omino si decise ad uscire. Si imbacuccò per bene, indossò tre paia di mutandoni, tre canottiere di lana, quattro maglioni pesanti e una borsa dell’acqua calda! Andò in un negozio di paltò e ne comprò tre, che indossò uno sopra l’altro, ma…niente da fare, aveva ancora freddo. Allora comprò delle coperte di lana, che un sarto trasformò in paltò, e li indossò uno sopra l’altro, ma niente!

Niente riusciva a confortare quella sensazione di freddo. Con tutti quei paltò addosso, la gente per strada lo guardava stupefatta, fu così che cominciarono a chiamarlo Signor Paltò.

A questo punto non desiderava altro che tornare a casa, solo nella sua calda e accogliente casetta avrebbe potuto trovare sollievo al freddo. Quale amara sorpresa scoprire che con tutti quei paltò addosso non riusciva più ad entrare in casa! Adesso è triste, il Signor Paltò e una lacrima gli solca il viso.

Ma forse il freddo che sente e a cui non riesce a trovar rimedio, dipende da qualcosa, di cui sente la mancanza, e non si tratta di coperte o di cappotti, ma di amore. Ciò che potrebbe riscaldarlo è la compagnia di qualcuno che sia accogliente, che sappia ascoltare, che lo faccia sentire come a casa. E invece quella casa di paltò, in cui si è rifugiato per difendersi dal freddo, lo rende ancor più goffo, più strano, più solo. Finché non incontra qualcuno che è esattamente come lui, e che finalmente riesce a scaldargli il cuore!

Sieb Posthuma (1960-2014) ha lasciato un’opera completa che si estende a molte discipline, compresi i disegni di francobolli, costumi e scenografie per il teatro e grandi murales. Inoltre ha scritto e illustrato numerosi libri per bambini. Il suo stile è caratterizzato dall’uso esuberante del colore, degli elementi grafici e dell’umorismo.

Il Signor Paltò,

scritto ed illustrato da Sieb Posthuma,

tradotto da Valentina Freschi,

edito da Gribaudo. nelle collana ‘Raggi di Sole’.

Vi consiglio un libro: La zattera di Lucia Salemi

 

Ho conosciuto questo albo in occasione della campagna di Nati per Leggere Campania, #IoDo albi e parole per nominare il mondo nel verso giusto, sul tema della diversità e dell’accoglienza, raccontate ai bambini. Il tema de La zattera è quello del viaggio, il viaggio di chi è costretto a lasciare i luoghi, i colori e gli affetti più cari per andare lontano, ma è anche il viaggio della vita, di ciascuno. ” Nel viaggio della vita ogni bambino porta nella sua valigia sogni, desideri, speranze…e li condivide con chi gli sta vicino”.

La zattera è anche un simbolo della relazione con l’altro, su una zattera si mantiene l’equilibro solo se ciascuno agisce in armonia con gli altri, riempiendo gli spazi che l’altro lascia vuoti, andando lì dove l’altro non può arrivare. E così su questa zattera ciascuno ha portato con sé qualcosa, che decide di condividere con i propri compagni, e solo grazie alla condivisione riescono a superare le difficoltà e a raggiungere insieme il loro sogno.

Delicate le immagini, delicato il racconto che ha come protagonisti gli animali, di cui l’autrice descrive i tratti con sapienza, lasciandoci scorgere dietro queste figure l’umanità intera, nella sua molteplicità: i capelli ricci e morbidi come lana, gli occhi di perla, le guance di mela, le gambe di bambù…

“La zattera”, è in download gratuito sul sito A scuola con la zattera insieme a materiale didattico da stampare e colorare insieme ai più piccoli. https://ascuolaconlazattera.blogspot.com/

Il mio audiolibro è sul canale Youtube ‘Racconti in soffitta’.

Un Kamishibai tutto per voi!

Lo desideravo da tanto e finalmente Art’è Legno lo ha realizzato per me: un vero Kamishibai, come nella tradizione giapponese, per portare in giro le storie, le fiabe, i racconti, nelle piazze, nelle scuole e ovunque ci siano bambini e grandi, che hanno ancora voglia di nutrirsi di meraviglia e di magia! E allora si parte, in bicicletta, a cercare storie che aspettano di essere raccontate e occhi e orecchie, che aspettano di essere coccolate…perché raccontare storie è prendersi cura di sé e degli altri.

Un po’ di storia: Il Kamishibai (纸 芝 居 Kamishibai), traducibile come “dramma di carta”, (Kami: Carta; Shibai:Teatro/Dramma) è un antico metodo giapponese di raccontare storie, che ha avuto la sua massima espressione nel periodo del primo dopo guerra, quindi tra gli anni ’20 e gli anni ’50: una valigetta in legno nella quale vengono inserite delle tavole stampate.  Ripreso in Occidente, è un originale ed efficace strumento per l’animazione alla lettura, è un teatro d’immagini, che crea un forte coinvolgimento tra narratore e pubblico.

Con la bicicletta portiamo le storie in giro, insieme ad alcuni simpatici assistenti, come il drago Fiammifero, ma soprattutto musica e colori.